Cos’è |
La tutela legale è uno strumento per proteggere le persone che siano state dichiarate interdette legalmente. L’interdizione legale è una pena accessoria che viene inflitta alle persone condannate alla pena della reclusione per cinque anni o più. In questo caso il soggetto sarà sostituito, nel compimento di atti giuridicamente rilevanti (es. contratti, atti giuridici), da un tutore sino all’espiazione della pena. Il tutore, inoltre, disporrà e amministrerà i beni dell’interdetto. Una volta espiata la pena tornerà nel pieno possesso della propria capacità di agire, e non avrà più bisogno della sostituzione e rappresentanze del tutore. |
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Normativa di riferimento | Artt. 343 segg. c.c. e artt. 414 segg. c.c. |
Chi può richiederlo | È aperta d’ufficio dal Giudice Tutelare che riceve la sentenza direttamente dal Tribunale che l’ha emessa. |
Come si richiede e documenti necessari |
Il Pubblico Ministero trasmette la sentenza di condanna al Giudice Tutelare, il quale apre la tutela nei confronti del condannato. Il Giudice Tutelare nomina un tutore dell’interdetto legale a seguito dell’assunzione di informazioni sul suo conto per valutarne l’idoneità. Il tutore è scelto preferibilmente fra persone che abbiano delle relazioni reali e positive con il condannato e sappiano curare una destinazione dei suoi beni utile e funzionale per il suo reinserimento sociale. Qualche volta, in famiglie criminogene, devono perciò essere esclusi i congiunti. Il tutore assume le funzioni dopo aver prestato, davanti al Giudice Tutelare, il giuramento di esercitare l'ufficio con fedeltà e diligenza. Lo stesso inoltre, entro dieci giorni da tale momento, deve iniziare l'inventario dei beni dell’interdetto per terminarlo entro i successivi trenta giorni. Nell'inventario vengono indicati i beni immobili, mobili, i crediti e i debiti dell’interdetto. |
Dove si richiede | Tribunale del luogo di residenza dell’interdetto – Ufficio del Giudice Tutelare |
Costi | Esente da Contributo Unificato |